Massaggio Bio-energetico neonatale e infantile “Ali di farfalla”

Il massaggio bioenergetico dolce neonatale di Eva Reich è chiamato “a farfalla” perché consiste in un tocco lieve su tutta la pelle, con l’effetto di attivare armonicamente tutte le funzioni vitali e rinforzare il sistema immunitario. È così delicato che agisce sulla pelle e non sui muscoli ed è speciale perché non è una tecnica, ma un vero e proprio gesto d’amore. Il massaggio non va svolto per il bambino, ma con il bambino per migliorare il rapporto reciproco.   

Nella fase pre-natale il bambino è costantemente massaggiato e stimolato. Si trova all’interno dell’utero dove si muove e fa capriole grazie alla presenza del liquido amniotico. La mamma in gravidanza cammina, cambia posizioni, danza, parla, mangia e, anche grazie a questo, il bambino è in continuo movimento.

Nella vita post-natale, il contatto tra mamma e bambino, stimola l’ossitocina che è l’ormone dell’amore e che predispone all’accudimento e al legame e tramite il massaggio sistematico di tutto il corpo si può produrre un effetto stimolante e armonizzante di tutte le funzioni vitali, tanto da comportare un rafforzamento del sistema immunitario del bambino, superare i disturbi post parto, coliche, disturbi dell’alimentazione ed insonnia.

Il massaggio consiste in 3 tipi di tocco: la carezza lunga, i cerchietti ossia piccoli movimenti rotatori e la vibrazione, che è un delicato movimento vibratorio con le dita.

Un massaggio non solo per i più piccoli

È interessante sapere che il massaggio bioenergetico può essere fatto anche ai bambini più grandi per aiutarli a superare disturbi del sonno, dell’alimentazione, in situazioni di adozione o ospedalizzazione.
“La pelle è come un secondo cervello”, infatti si dice che sia il contenitore della vita psichica.
Proprio per questo motivo è molto importante che le “coccole” siano di qualità!

Che cos’è il Test di Schirmer?

Bruciore.

Sensazione di avere un corpo estraneo sulla superficie dell’occhio.

Forte fastidio alla luce (fotofobia).

Fastidio e difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio.

Sono i classici sintomi che evidenziano problematiche a livello di secrezione lacrimale.

La corretta quantità e qualità di lacrime è essenziale per la salute dell’occhio che, in caso contrario, può incorrere nella cosiddetta “sindrome dell’occhio secco”, una fastidiosa patologia oculare dovuta appunto ad una ridotta produzione lacrimale (ipolacrimia) o ad un’eccessiva evaporazione lacrimale (dislacrimia).

Per quantificare se la quantità di secrezione lacrimale è adeguata, risulta utile il Test di Schirmer, uno dei test più utilizzati per la sindrome dell’occhio secco; non è un esame doloroso nè invasivo.

Come si svolge il test di Schirmer?

Questo si esegue posizionando due striscioline millimetrate di carta assorbente nel fornice congiuntivale del paziente; dopo circa 5 minuti si misura la porzione di strisciolina inumidita dalle lacrime.

Al di sotto un certo valore (15 mm nei giovani e 10 mm negli anziani) si definisce l’occhio come secco, per cui è necessario ricorrere ad una terapia sostitutiva.

Il Test di Schirmer è inoltre utile per diagnosticare una disfunzione lacrimale da ridotta produzione causata anche da altre patologie non oculari come il Lupus Eritematoso Sistemico, l’Artrite reumatoide e la Sindrome di Sjogren o per cause iatrogene legate all’assunzione di farmaci.

L’esame non comporta alcun rischio per il paziente e non è doloroso sebbene talvolta, in caso di pazienti particolarmente sensibili, si preferisca instillare un anestetico locale nell’occhio prima di inserire la carta da filtro per evitare la lacrimazione “riflessa”, dovuta all’effetto irritante della carta. L’uso dell’anestetico assicura che venga misurata solo la secrezione “basale” delle lacrime.

Prenota il tuo appuntamento per eseguire il Test di Schirmer col Dott. Francesco Sartini, Oculista

c/o Studi Medici San Michele al n. telefono 050 8068201

Benvenuta Dott.ssa Alessandra Metta, Psicologa!

Diamo il benvenuto alla Dott.ssa Alessandra Metta!!

La dott.ssa Alessandra Metta ha conseguito la Laurea in Psicologia del Ciclo di Vita e dei Contesti, presso l’Università degli Studi di Firenze con votazione 110/110 e Lode.
In seguito, si è abilitata alla professione di psicologo ed è iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana (n.8560). Ha inoltre conseguito il titolo di psicoterapeuta presso la scuola di specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CTCC) di Firenze.

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Che cos’è la capillaroscopia?

La capillaroscopia è una tecnica strumentale fondamentale per lo studio della microcircolazione venosa ed arteriosa. Mininvasiva e di facile esecuzione, è una procedura che viene eseguita in ambito ambulatoriale con una videocamera chiamata capillaroscopio a livello della plica ungueale delle dita.

La capillaroscopia è utile per porre un sospetto diagnostico: non si fa una diagnosi né si comincia una terapia solo sulla base della capillaroscopia, ma essa ci fornisce indicazioni preliminari sul fatto che il paziente possa avere o meno una tendenza alla sclerodermia la cui diagnosi richiederà poi accertamenti sierologici e una valutazione clinica da parte dell’immunologo o del reumatologo.

A cosa serve questo esame?

L’esame viene richiesto perché la sclerodermia e altre malattie autoimmuni spesso esordiscono col cosiddetto fenomeno di Raynaud, che corrisponde a una particolare sensibilità in alcuni pazienti, in prevalenza donne, all’esposizione al freddo delle estremità.

Quando queste persone espongono le mani a basse temperature riscontrano un improvviso e importante pallore delle dita.
Una volta tornate a temperatura normale, diventano tendenzialmente cianotiche, violacee, e nella terza fase iperemiche, cioè rosse, per questo viene chiamato fenomeno delle mani che cambiano colore.
Questo disturbo nella maggior parte dei casi è puramente vasomotorio e non correlato ad altre malattie: parliamo in questo caso di fenomeno di Raynaud primitivo, che è un disturbo benigno.
Esiste poi una piccola percentuale di questi soggetti che ha un fenomeno di Raynaud secondario, cioè correlato a una patologia autoimmune. La capillaroscopia è l’esame che consente di fare una distinzione preliminare tra Raynaud primitivo, dove non si riscontrano alterazioni, rispetto al secondario, che presenta particolari alterazioni sia nel numero che nell’aspetto dei capillari. La capillaroscopia è utile anche nello studio di patologie che influenzano la microcircolazione come l’ipertensione o il diabete mellito.

Come si esegue?

L’esame è simile a un’ecografia, ma il sistema è puramente ottico, non usa ultrasuoni. La sonda è illuminata e consente di vedere su uno schermo l’immagine dei capillari periungueali ad alta definizione, che viene acquisita per consentirne il riutilizzo per un confronto con immagini successive.
Il capillaroscopio è una piccola sonda dotata di telecamera che si appoggia sul letto ungueale delle dita, una lente di ingrandimento che riesce a farci vedere per trasparenza i capillari, la loro conformazione, il numero e la distribuzione a livello del letto ungueale. È a tutti gli effetti potente microscopio ottico.


La capillaroscopia è consigliata quando una persona si accorge di avere un’ipersensibilità al freddo, sente ad esempio le mani sempre fredde, ma in particolare si accorge che le estremità tendono a cambiare colore, soprattutto per quanto riguarda la fase ischemica, cioè quando le dita diventano bianche.

Quanto dura? Ha controindicazioni?

In genere circa 15 minuti. È necessario che la cuticola sia più estesa possibile, per cui si raccomanda di non fare manicure almeno nei 10 giorni precedenti all’esame, che sia anche ben visibile e quindi di evitare smalto e unghie finte. Si raccomanda non mangiarsi le unghie almeno nei 15 giorni precedenti, poiché i capillari della cuticola degli onicofagi (i mangiatori di unghie) presentano spesso alterazioni aspecifiche “da strappo” che possono falsare l’esame. Non è invasivo e non ha controindicazioni, con esclusione di persone con pelle molto scura nei quali può diventare quasi impossibile riconoscere i capillari. La capillaroscopia è completamente indolore: il paziente deve solo tenere la mano ferma durante l’esame e seguire le istruzioni del reumatologo.

 

Prenota il tuo appuntamento col Dott. Simone Barsotti Reumatologo
c/o gli Studi Medici San Michele al n. 0508068201

 

Fondamentale per la diagnosi precoce della sclerodermia
Il fenomeno di Raynaud è un segno clinico tipico della sclerodermia, che può precedere di mesi e anni l’insorgenza di altre manifestazioni. Letteralmente “pelle dura”, la sclerodermia è una malattia cronica ed evolutiva, di origine autoimmune, che colpisce soprattutto le donne. Inizia in maniera quasi inavvertibile e porta a indurimento e ispessimento della cute in zone più o meno estese della superficie corporea dovuto a fibrosi, cioè formazione di tessuto connettivo di tipo cicatriziale. In vario grado vari organi interni (esofago, intestino, polmoni, reni e cuore) possono essere interessati da tale fenomeno. La fibrosi è conseguenza di alterazioni dovute a infiammazione autoimmune delle piccole arterie periferiche e dei capillari. Nel caso della sclerodermia la capillaroscopia evidenzia delle caratteristiche alterazioni (pattern sclerodermico) ed ora rientra tra i criteri diagnostici per questa malattia.

 

Benvenuta Dott.ssa Mariana Picariello, Otorinolaringoiatra!

Diamo il benvenuto alla Dott.ssa Mariana Picariello!!

Specializzata a Pisa con lode in Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale.
Si occupa di patologie a carico di orecchio naso gola e cavo orale nella popolazione pediatrica e adulta.
Attualmente svolge attività di ricerca nell’ambito dei tumori maligni di naso e seni paranasali presso l’ospedale San Giuseppe di Empoli.